Arriva il decreto Caivano: stretta sulle baby gang

Dal carcere per chi non manda i figli a scuola al daspo urbano: ecco il decreto Caivano

Il giorno dopo il blitz delle forze dell’ordine nel Parco verde di Caivano, il governo mette nero su bianco la linea dura e prepara la stretta contro la criminalità giovanile. Daspo urbano per i minori violenti. Fino a due anni di carcere per «chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, d’impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria». È una delle norme contenute nel nuovo provvedimento, un decreto legge, il cosiddetto decreto Caivano, di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile.

“Conto che in Consiglio dei Ministri ci sia un provvedimento che a proposito di baby gang e delinquenza minorile aumenti le sanzioni e i controlli», ha detto Matteo Salvini, sostenendo che potrebbe essere utile «abbassare l’età per essere imputabili”. Infatti, secondo Salvini, “il 16enne o il 14enne di oggi che gira con pistole e coltelli non è lo stesso di 30 anni fa, è capace di intendere e di volere, e se uccide, se spara, deve pagare come un cinquantenne”.

Il Dl dovrebbe prevedere, tra l’altro, una estensione dei reati che prevedono il fermo e la custodia per i minori, se colti in flagranza, che oggi sono previsti solo se il minorenne viene sorpreso a commettere un delitto che prevede una pena non inferiore a cinque anni. Il decreto abbassa a tre anni questa soglia ed estende il fermo ai reati di porto di armi od oggetti atti ad offendere, porto abusivo di armi, lesioni personali, furto, danneggiamento aggravato, alterazione di armi e fabbricazione di esplosivi.

Per i minorenni che hanno compiuto 14 anni divieto di uso totale o parziale di cellulari o internet se raggiunti da avviso orale dal questore e/o condannati no inoltre aumentate le pene per i reati in materia di armi e per lo spaccio di stupefacenti.

Tra i provvedimenti diretti al contrasto della dispersione scolastica, e le conseguenze che questa comporta, vi è l’introduzione di misure molto severe nei confronti delle famiglie. È infatti introdotta dal decreto una pena fino a due anni di carcere per i genitori (o chiunque sia rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore) in caso di mancata frequenza del minore della scuola dell’obbligo. In questi casi è inoltre prevista anche la revoca del diritto all’Assegno di inclusione.

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